giovedì 6 dicembre 2007

Xavier-Marie Bonnot - La prima impronta

Questa volta parlo di un giallo….mi avevano parlato molto bene di questo scrittore francese che risponde al nome di Xavier-Marie Bonnot ed ho comprato il suo primo romanzo”La prima impronta”….io sui gialli ho la mia opinione personale:c’è chi li considera romanzi di serie b:io,invece,non lo penso,ma devono avere almeno 3 o 4 caratteristiche fondamentali aldilà del buon intreccio costruito dall’autore:una bella ambientazione,ovvero posti descritti con dovizia di particolari e con la passione di chi ama la località di cui sta scrivendo;personaggi ben analizzati,sviscerati a fondo e con diverse sfumature;l’argomento trattato deve essere conosciuto molto bene dall’autore che deve saperlo padroneggiare alla perfezione;in ultimo uno sguardo sulla società in cui il giallo viene ambientato,i suoi pregi,le sue corruzioni,le sue disparità……tutto questo riesce piuttosto bene all’autore che crea un intreccio veramente godibile e per nulla scontato,ambientando il racconto in una Marsiglia di cui conosce ogni più piccolo anfratto e che dimostra di amare pur con le sue mille contraddizioni;crea dei personaggi,come il protagonista,il comandante Michel De Palma,assolutamente non monocordi:anche il buono della situazione ha i suoi angoli oscuri,e non sono affatto trascurabili;intorno a lui girano molti altri personaggi ben caratterizzati,sia i compagni di lavoro del comandante che i personaggi implicati nella vicenda criminosa;l’argomento che fa da sfondo al racconto,la preistoria ed in particolare la paleontologia provenzale(le grotte sottomarine preistoriche sono un punto centrale della vicenda),è trattato con la massima dovizia visto che l’autore ne è profondo studioso e documentarista;la società multirazziale di Marsiglia e dintorni è sviscerata spesso durante il romanzo e l’autore non si esime da dare giudizi sempre netti e precisi,senza mai cadere in atteggiamenti ambigui e nella retorica….
Il romanzo narra della scomparsa di 3 donne ed un malavitoso per mano di un serial killer,che sembra ossessionato dalla preistoria e dai riti di quell’epoca storica,lasciando come segno di riconoscimento accanto a 2 dei cadaveri una mano in negativo,come quelle presenti in molti dei graffiti preistorici trovati nelle grotte sottomarine della Provenza;soltanto il comandante De palma,però,coglie subito un possibile collegamento fra le 4 vittime e lavora senza tregua per dimostrare la sua teoria,poco credibile in partenza,ma che poi si rivelerà esatta;è una lotta contro il tempo,in primis perché il serial killer potrebbe tornare a colpire,ed in secondo luogo perché viene arrestato ed incarcerato un uomo che secondo il comandante De Palma è stato chiaramente incastrato….non vado avanti,anzi forse ho già aggiunto troppo sulla trama…un bel giallo,che mi sento assolutamente di consigliare …
Dal libro
-“….Quella che tutti chiamavano Felix-Pyat;per una metà slava e per una metà originaria delle Comore.Pericolosa,con vista sulla spiaggia per gli ultimi piani.
Ogni volta che ci andava De Palma si ripeteva che il terzo mondo non è necessariamente a qualche ora di volo dall’aeroporto della Marignane.Felix-Pyat,col suo profumo d’ozono,le facciate rose dalla miseria,i muraglioni che si levavano su un campo di macchine sfasciate,di lavatrici disarticolate,era la traduzione nello spazio di tutti i fallimenti della società:Col regolo e il compasso.Un mondo senza pietà negli angoli morti della metropoli.”
-“All’altro capo della rada,Marsiho la facile ballava al ritmo dei languidi ritornelli del mare.Al largo,dietro le isole,passavano le luci di un’enorme nave-container.Avrebbe pagato qualcosa pur di far parte dell’equipaggio,salpare e starsene di vedetta naso all’aria,di fronte alle onde notturne.Il faro di Plainer spazzò l’orizzonte e le scaglie di luna che lo picchiettavano come per ampliare le prospettive di chi lo guardava.Andò fino al piccolo porto di Les Goudes e parcheggiò la macchina come un barbone,tra due mucchi di immondizia e di vecchie reti di pesca.L’acqua calma e liscia emanava leggeri profumi di nafta e di quella salsa vietnamita di pesce,il nuocmam,fragranze di alghe secche,esalazioni di vernice e di tinea per imbarcazioni.Il tutto mescolato all’odore del mare ancora caldo.Qualche pointu con a bordo dei pescatori professionisti,sballottato dalla fine brezza del largo,mostrava i muscoli,con a prua la sua bella asta di legno,il capian,in erezione tra le bacchette da diporto massacrate dal sole diurno”.

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