lunedì 17 settembre 2007

Alberto Ongaro - la taverna del doge Loredan

mi era stato detto che era un libro curioso e ben riuscito questo romanzo di alberto ongaro e devo dire che,senza lasciarmi andare a commenti entusiastici,sono rimasto soddisfatto da questa insolita lettura......la trovata dell'autore è semplice ed efficace:il protagonista del romanzo trova rovistando sopra un vecchio armadio un libro ed inizia a leggerne le prime pagine....subito gli è chiaro che la storia raccontata ha molti punti in comune con la sua esistenza,soprattutto il particolare di una donna amata con grande passione e poi scomparsa....Schultz,questo è il nome del lettore,continua a leggere ed a confrontarsi con Paso Doble,il suo doppio con cui è in costante contrasto,fino a trovare l'ispirazione per inserire la propria storia in quella del romanzo ed esserne parte integrante tanto da diventare l'ossessione di Jacob Flint,il protagonista del misterioso libro....una storia che passa da londra all'olanda,dalla svizzera a venezia e che è molto più chiara di quanto io abbia descritto(credetemi in poche parole non è facile...)grazie anche al fatto che le due storie che si intrecciano e vengono a congiungersi sono sempre ben distinguibili da due diversi caratteri di stampa....insomma,una buona lettura,grazie anche ad una scrittura molto raffinata ed elegante,che è sicuramente consigliabile,senza essere,mi ripeto,chissà quale capolavoro...
dal libro
"E' come se,di colpo,trovandoti davanti all'obbiettivo di una macchina fotografica che magari ti è anche familiare,tenuta in mano da una persona amica,ben disposta nei tuoi confronti,tu di colpo ne fossi spaventato,io tu,tutti,sto usando un tu impersonale,e subito tentassi di adattare il tuo viso,magari anche a quello che vorresti essere e non sei,a quello che sei stato e non sei più,al desiderio che tutti hanno di essere comunque diversi e che forse è connaturato allo stesso essere e sentissi che tutto questo nel breve istante che ti è concesso prima dello scatto,invece di aiutarti a mettere assieme,ciascuno al proprio posto,bene sistemati l'uno accanto all'altro,i pezzi di cui sei fatto,ne favorisse diciamo,lo smantellamento,il disordine,il crollo,la perdita di controllo,lo scatenarsi di una forza centrifuga piena di paura che tende a buttare all'aria i turbamenti,sicchè......Schultz fa una pausa mentre l'altro lo guarda a bocca aperta,sicchè tu continui a essere in carne ed ossa,ma l'unica faccia che riesci a mettere insieme è una faccia stravolta da imbecille,gli occhi che si sforzano di guardare l'obbiettivo mentre vorrebbero guardare da tutt'altra parte,le labbra che assumono una piega sconosciuta,la mascella che si allenta e così viene fuori quel qualcosa di infingardo,doppio,sfocato,quella insicurezza,quell'aria incerta e vile che si trova in ogni fototessera e in ogni personaggio di oggi"
continua...


in ascolto ed in visione:



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