lunedì 3 settembre 2007

Enzo Siciliano - la vita obliqua

prima lettura estiva...


la vita obliqua è l'ultimo romanzo di enzo siciliano,scomparso l'anno scorso a 72 anni....ed è veramente un ottimo libro... lo è sia dal punto di vista dei contenuti,uno spaccato dell'Italia post-prima guerra mondiale e che sta per entrare nel ventennio fascista,sia dal punto di vista stilistico:una scrittura raffinata e ricca di descrizioni paesaggistiche che descrivono perfettamente la terra che fà da sfondo a gran parte della vicenda narrata,la Calabria....è qui infatti che si svolgono le vicende dei due protagonisti principali di questo romanzo,Gabriele e Saverio,il secondo fratellastro della moglie del primo;Gabriele è un insegnante molto attento ai problemi della gente tanto che cerca di venire in aiuto della comunità in cui vive occupandosi di piccoli investimenti per conto dei suoi compaesani:un modo per aiutare contadini e piccoli proprietari terrieri a racimolare qualche soldo in più del semplice guadagno del loro duro lavoro.....saverio è un giovane ombroso,da sempre poco incline a rapporti con la sorellastra ed il marito,che vive un'esistenza opportunista:vive la prima guerra mondiale nelle retrovie per un banale incidente e sfruttando le tendenze omosessuali di un medico maggiore;ritornando in Calabria,conosce un ex-combattente suo conterraneo,il quale,entusiasta delle nuove idee promosse dal fascismo,convince anche il nuovo amico a partecipare attivamente a quella che dovrebbe essere nelle loro menti la rinascita dell'Italia....e per saverio sarà anche il punto di partenza per una vendetta nei confronti di gabriele e sua moglie....come al solito,per rispetto del lettore non vado avanti...aggiungo soltanto che è un libro che consiglio sicuramente,senza nessun tipo di riserve...

dal libro:
"Gabriele e Ninì adesso parlavano della guerra.
Diceva Gabriele:"Non ho alcuna voglia a darne un giudizio positivo.Non vedo alcuna bellezza nella guerra.Che gli uomini decidano costantemente e regolarmente di perire di proprie mani,e distruggano se stessi in così grande parte e ordinatamente in quanto guerra,questo è orribile,e non solo;è contrario,come il suicidio,alla natura umana.In natura - gli animali,no - appunto gli uomini fanno di sè questo".
"Eppure le guerre si combattono!".Ninì buttò lì l'esclamativo sotto lo sguardo vitreo di Gabriele,e si sentì mordere dalla rabbia.Per reazione disse con gli occhi accesi di disprezzo per chi lo ascoltava:"nel mezzo della vergogna di Caporetto,c'era sempre qualcuno che urlava contro chi scappava - l'ho sentito io:"Sparate,sparate,figli di puttana..."".
Gli occhi sbarrati di Rosina lo bloccarono,ma poi proseguì,a voce bassa,quasi un mugolìo di cane tenuto a bada:"E le guerre si vincono anche".
Gabriele gli rovesciò le parole di bocca :"Decimando generazioni".Poi,per essere ragionativo,dopo una pausa,disse:"Non a caso,poi,colui che torna è invaso da una fame di vendetta contro chi,per necessità è rimasto a casa.Così,gli uomini di divorano e distruggono sè stessi doppiamente,e il loro animo si fa canaglia".
in ascolto ed in visione :

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