martedì 23 ottobre 2007

Daniela Rossi - il merlo indiano

(Nino Aragno Editore,2007)..scrive bene Daniela Rossi…sa definire molto bene fatti,momenti,persone,luoghi..ama gli aggettivi,ma non ne abusa..non ama,invece,periodi estremamente lunghi:la sua scrittura è fatta di frasi molto brevi,dirette,che evitano volutamente digressioni inutili….ne viene fuori un libro agile,che si lascia leggere anche tutto in una sola botta,130 pagine suddivise in 54 piccoli capitoli,nei quali l’autrice inserisce la storia dei suoi rapporti sentimentali,in particolare quella con un uomo che non riesce mai a far completamente suo…uomo che,tra l’altro,è anche un assessore locale,in un periodo in cui gli arresti per tangenti e mazzette varie sono all’ordine del giorno…ne esce così il ritratto di una donna attraverso le sue relazioni,ma con in sottofondo anche il clima e la sete di potere dell’Italia di tangentopoli,della quale ,lo stiamo vedendo negli ultimi tempi(la casta),facciamo ancora oggi una fatica terribile a liberarci…un romanzo intenso e sofferto,insomma,e godibile da leggere…
Dal testo
-“Fratelli,figli,nipoti intorno al nonno in completo marrone e brillantina sui capelli neri.
Mi muovo tra loro identica e diversa,con la naturalezza dell’appartenenza e lo stordimento di una percezione di estraneità alla vita.
La bambina che rappresento viene osservata,nutrita.Riceve istruzioni per muoversi in un mondo piccolissimo,riferimenti spogli per non trasgredire la normalità.
Ma nei pomeriggi di una casa senza polvere,preceduti dall’insopprtabile grazia di soprammobili sulle mensole,scopro libri che offrono la dignità del dubbio e del rifiuto.Mentre nella mia camera sia allineano titoli e idee consigliati,mi butto a terra nello studio del babbo lasciando disintegrare il pensiero sotto i colpi violenti e allucinati di Malaparte,l’autopsia delle emozioni di Moravia,gli orrori di Kafka,le nevrosi di Svevo,la sofferenza di Hemingway,la devastazione di Levi.Romanzi scritti dagli uomini per gli uomini,terrificanti miti greci,saggi divorati con l’aiuto del dizionario,mentre mio padre è fuori casa e mia madre lontana dall’immaginare che leggere sia travolgere stanze,sparare raffiche di mitragliatrice contro la mia infanzia.
Strabiliata ed indifesa incontro la crudeltà di semidei,la vagina dentata di eroine vendicatrici,delitti nazisti,perversioni borghesi.
Chi mi osserva da fuori non vede nulla.A parte una bambina con il respiro profondo e un libro in mano sdraiata sul tappeto.”
-“L’illusione della sincerità è stata breve:le parole sono precipitate nello stomaco mentre cercavo di usarle.Le rumino ogni notte,ma il giorno cerco alibi per non pensare di me che sto con due persone.Per attenuare il senso di colpa chiedo a Dario piccoli gesti.Lo invito alla rassegna dei film d’autore.Lui ama i polizieschi americani dove l’agente compreso sospeso dall’incarico,si riscatta e trionfa.-Nei film cecoslovacchi-dice-non succede niente-.Esibisco a me prove della sua inadeguatezza come attenuanti del mio peccato.Poi ne parlo benissimo a Pietro,perché si mostri geloso e non mi piaccia più. A decidere per me probabilmente sarà Dario.Il più abile ad esistere dei tre.Abituato ad amare,mangiare,vivere bene,non sopporterà a lungo la carestia di affetto e carezze.Infatti come un magnifico animale inizia ad aggirarsi in altre praterie.Lo osservo gonfiare il petto,lo sguardo ancora dolente,ma il corpo scalpitante.
Cambieremo così,senza parole.”
-“Vorrei sentirmi pulita.La nuova auto di Pietro per noi è un’astronave.Ci trasporta tra paesi arroccati,ulivi o sulla costa ad un passo dalle onde.
In orbita stiamo bene,perfettamente.riusciamo ad intravedere le cime suggestive del futuro.
La banalità si trasforma in avventura,le carezze diventano fuoco:sui vetri si posa il velo umido dei respiri.cercando la difficile aderenza dei corpi ci aggrappiamo al volante,pestiamo pedali,rovesciamo specchietti e parasole.Le ginocchia premono sull’autoradio.Accendono e spengono sproloqui di deejay.
Dopo l’amore sono liquefatta,incorporea,tatuata dai bordi grossolani dei sedili.”
-“Il mandato di cattura per Burdo ha anticipato un’accusa pesante:associazione di stampo mafioso..
Bell’amico,Arnaldo,e bravi gli amministratori.Politici con stomaco disturbato e mani sudate.Per ognuno c’è un confessore pronto ad assolvere,ad alleggerire come un buon digestivo,in una festa della salute spirituale.Il rimorso ben gestito li farà vivere a lungo,grazie alla somministrazione regolare del perdono”.
-“La sua conversione mi lascia perplessa.Da sempre,non avendo precise vocazioni,lui è molte cose contemporaneamente.Esperto in obiettivi simultanei e verità concatenate.”
-“Affacciata al ventesimo piano fantastico di planare sulla spiaggia.Lui forse sogna che io cada di sotto.Il mio amante non è un eroe,Acapulco non è il paradiso.Per strada i bambini tengono stretti tucani di terracotta che cercano di vendere ai turisti.I loro padri si accalcano su vecchi autocarri verso un possibile giorno di lavoro.Altri si lanciano dagli scogli della Quebrada.Li immaginavo liberi,ubriachi per la follia del loro gioco.Con lo sguardo pensoso si affidano alla preghiera in un santuario.Precipitano in fondo al crepaccio e risalgono come gatti per raccogliere monete,frutto della loro umiliazione”.

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