martedì 30 ottobre 2007

Vincenzo Rabito - terra matta (secondo estratto)

1a parte qui(Einaudi,2007)
-“Ah,che rabia che ci ha stato per tutte che io restava.Specialmente di quelle che ammia mi conoscevano si mordevano tutte li mane:poi,quelle che amme mi avevano licenziato per poco rentemento ed eino malte,poi il capocantiere mozicava ferro,che era uno scuatrista che si aveva fatto valire lo stesso del duce quanto era al cantiere e invece oggi era come uno dai prigioniere,torniato dai carabiniere.Che,altremente,se non c’era questa polizia,nella nave non ci antava nessuno e s’arestavino a fare li ladre a Mogadiscio.Ma io redeva e diceva,per faracillo sentire a quelle mascarate del pallone,di sopra il camio:-Ride bene,che rede all’oltimo-“.

-“E io pensavo che,quanto murio mia madre,la descraziata di donna Anna non voleva che io ci mettesse il lutto nella porta,perché la casa era della famiglia nobile e non di Vincenzo Rabito,che ci aveva speso tutta la mia vita,perché tuue li soldeche io guadagnava di lavore straordinarie io li spenteva in quella desonesta casa…E così,io mi sono vestito di un fortte coraggio e disse:”Ora venne l’ora di antare in calera.Ora eni il giorno preciso,io mettu il lutto e poi voglio vedere se questa delenquente lo straccia!E così la prima volta ci orrotto la testa,ma ora la prento e la butto della banchina,e così,una buona volta,l’ammazzo.”.E così tra me diceva:”Tante volte questa cane aveva antato a reclamare nel maresciallo per costione,ma ora ci n’hai a dare tante che nel maresciallo con i suoi piede più non ci ha potere antare”.E ci ho detto:”Non lo tocate perché questo lutto significa mia madre!”.Così,questa delinquente parte e va nel maresciallo,e il maresciallo ci ha detto:”Non toccate il lutto,perchè,prima che vi ammazza don Viincenzo,vi mitemmo in camira di sicurezza qui!”.Così,la donna Anna,iil lutto,non l’ha tucato.”
-L’estate seguente,doppo che venne di Messina,Giovanni ci deceva la testa che voleva partire per farese una cita,e poi ha cirato tutto Raqusa per cercare uno zaino.E zaine Giovanni ni ha trovato 4;e di tutte 4 zaine,prese lo più crante e lo cominciava a principe.Cosi,Giovanni era pazzo che per forza si ne voleva antare a cirare l’Italia,la Spagna,laFrancia,tutta con l’auto toppe,e io ci diceva:”Ciovanni reposete.Che vuoi antare a tastare la fame?!Perchè tu non sai che quanto si va forianto ci vogliono assai solde!?”.E Ciovanni,per forza,si ne doveva antare.Io,che bastonate non ni sapeva dare,e Ciovanni faceva come ci piaceva a lui.Poi,io più assai ci poteva dare lire 50000,che li teneva sempre di riserba,ed erono poco,ma che cosa ci poteva fare?Quinte,magare che non voleva,lui si n’antava lo stesso.E poi,l’altra butta che mi dava,che era l’unica scupetata che mi dava,che mi diceva:”Io,se tu non mi mante alla cita,non vado più all’università”:Così,la mia vita era sempre a mienzo queste farse,ma faceva pazienza:Voldire che io fu nato per vedere tutte queste quaie…”

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