venerdì 22 febbraio 2008

Babel....

..ieri su sky ho visto "Babel" di Alejandro González Iñárritu,film del 2006 che mi aveva incuriosito sin da quando era uscito ed,in seguito,anche per i numerosi premi vinti in giro per il mondo...peccato che un pirla(di cui non faccio il nome..)me lo avesse caldamente sconsigliato,definendolo"una puttanata pazzesca",una ricerca di storie ad incastro come va tanto di moda oggi..nulla di più falso,naturalmente..il regista non ambisce a creare storie ad incastro,ma lascia che le vicende si tocchino soltanto,si sfiorino e vengano legate da un fucile e da un colpo esploso da esso....quattro storie di disperazione,di persone che non solo non trovano una via d'uscita,ma sanno bene che non esiste(escludendo la vicenda a lieto fine dei due americani..ma anch'essi in un certo senso non riusciranno mai a superare la morte di un figlio..)....un marocchino e i suoi 2 figli maschi,una coppia americana che non riesce più a comunicare,una ragazzina giapponese sordomuta ed orfana di madre,una messicana che lavora come tata negli Stati Uniti....quattro storie che non lasciano respiro allo spettatore,che pongono mille domande e fanno sì che il ritmo a tratti veramente lento del film non sopravanzi il senso di angoscia e di impotenza che pervade tutta la pellicola e che permette di non annoiare mai.....meravigliosa e struggente,in particolare,la storia della ragazzina sordomuta giapponese,interpretata in maniera semplicemente favolosa da Rinko Kikuchi:una ragazza che cerca di farsi accettare in tutte le maniere possibili,che cerca di piacere,di sedurre,senza trovare un momento di pace interiore,di speranza...cerca con ostinazione la sua prima esperienza sessuale,quasi come ultima,disperata richiesta di accettazione da parte di chi la circonda,per eliminare il vuoto che sente attorno a lei ed alla sua condizione...una storia senza alcuna luce,se non nel finale con l'abbraccio al padre sul terrazzo,nuda e disperata...ed è in questa storia che dà il meglio di sè anche Inarritu con inquadrature meravigliose,sia della città che fa da sfondo al racconto sia della ragazza stessa....quasi 2 ore e 20 minuti di cinema intenso e tragico,che insegna come veri e propri drammi possano nascere anche da semplici leggerezze:due bambini che sparano quasi per gioco ed uccidono una turista americana;la loro fuga dalle autorità con il padre si trasforerà in tragedia...una tata che per il matrimonio del figlio in Messico porta nel suo paese i figli dei suoi datori di lavoro assenti,senza averne il permesso;distruggerà il lavoro di 16 anni della propria vita,venendo espulsa dagli Stati Uniti...l'unico esile filo di speranza è dato dalla quarta storia,quella della turista americana colpita e di suo marito che fa di tutto per salvarla;ce la farà,anche con l'aiuto di un marocchino che si prodigherà per aiutare il personaggio interpretato da Brad Pitt:fra i due,appunto,alla fine della vicenda,ci sarà un lungo sguardo di reale gratitudine da parte dell'americano e di autentica gioia da parte dell'africano,dieci secondi di reale calore umano....in questo film servivano proprio,una piccola finestra in mezzo,mi ripeto,ad una totale sensazione di impotenza che pervade le vite disperate dei protagonisti...con 2 anni di ritardo,mi pronuncio:film stupendo,veramente magnifico,si potrà dire che è lento(e lo è..),ma non si può non rimanere pienamente soddisfatti quando la telecamera si allontana progressivamente dal balcone della ragazza e del padre giapponesi e compare la scritta "fine"......

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