venerdì 15 febbraio 2008

Javier Marías - Un cuore così bianco

Ho finito di leggere "Un cuore così bianco" di Javier Marìas..."Domani nella battaglia pensa a me" mi aveva completamente conquistato ed anche un po' sconvolto:descrivere così minuziosamente situazioni della vita e tormenti dell'animo che una persona pensa siano esclusivi di chi li prova e trovarli spiattellati su un libro di 14 anni fa,mi aveva fatto sobbalzare dalla poltrona...questo libro,scritto precedentemente,non raggiunge quelle vette,ma è un'altra lettura che mi ha affascinato e fatto riflettere...anche qui ti ritrovi ad esclamare:"Quanto è vero!"per intere pagine,l'autore non si risparmia e trova acute considerazioni sul matrimonio,sui segreti,sui tentativi di persuasione nei confronti di chi ci circonda,sul rimorso,sulla verità,sul sospetto,sulle scelte....quello che mi colpisce di più delle sue considerazioni è come nascano da episodi o gesti insignificanti della vita di tutti i giorni,da cui l'autore parte verso analisi che sovente ti lasciano a bocca aperta:un amore giovanile mai dichiarato che da sempre svolge un lavoro noioso e ripetitivo,due mendicanti rumorosi a cui il protagonista chiede di spostarsi pagandoli,un custode del prado che vuole bruciare un'opera,un incontro galante fra sconosciuti organizzato tramite agenzie,un conoscente del protagonista appostato sotto casa ad un orario insolito che fissa la sua camera da letto..qualsiasi episodio è fonte di riflessione e minuziose elucubrazioni....stupendo il piccolo capitolo dedicato al MacBeth di Shakespeare(il titolo del libro è una citazione di questa tragedia),tre pagine di grande interpretazione del testo....insomma,anche stavolta i 10.50 euro sono stati ben investiti..

-"Se me lo permette e se non sono troppo indelicato,lei,nella sua vita amorosa,ha mai obbligato qualcuno ad amarla?"........"Uhmm.Uhmm:Più di una volta,più di una volta,mi creda,-disse finalmente la statista inglese,e la sua voce acuta tradiva un'esitazione come di una remota emozione,tanto remota che probabilmente non sarebbe stata recuperabile se non in quel modo,nella voce imperiosa che all'improvviso esitava.-In realtà mi domando se qualcuno mi abbia mai amato senza che io lo forzassi a farlo,inclusi i miei fgli,beh,i figli sono quelli più costretti.Mi è sempre successo così,ma michiedo se al mondo esista qualcuno a cui non sia capitata la stessa cosa.Sa,io non credo a quelle storie che si vedono in televisione,persone che si incontrano e si amano senza difficoltà alcuna,sempre libere e disponibili,senza incertezze o ripensamenti improvvisi.Non credo che queste cose accadano davvero,proprio per niente,nemmeno tra i giovani.Qualunque relazione tra due persone comporta sempre un sacco di problemi,di forzature,ed anche di offese ed umiliazioni.Tutti obbligano tutti,non tanto a fare ciò che non vogliono,quanto piuttosto a fare ciò che non sono certi di volere,perchè quasi nessuno sa cosa non vuole,e meno ancora cosa vuole,questo non c'è modo di saperlo.Se nessuno fosse mai obbligato a fare qualcosa il mondo si paralizzerebbe,tutto resterebbe in un'incertezza globale e continua,per sempre.La gente vuole solo dormire;i ripensamenti improvvisi ci immobilizzerebbero,immaginare le conseguenze di azioni non ancora commesse è sempre orribile,per questo noi uomini di stato siamo indispensabili,siamo qui per prendere le decisioni che gli altri non prenderebbero mai,paralizzati dai dubbi e dalla mancanza di volontà.Noi ascoltiamo la loro paura."I dormienti,e morti non sono che figure dipinte",ha detto il nostro Shakespeare,e io talvolta penso che le persone non siano che questo,figure dipinte,dormienti di oggi e futuri morti.Per questo ci votano e ci pagano,affinchè li svegliamo,e per farsi ricordare che ancora non è arrivata la loro ora che prima o poi arriverà,e perchè nel frattempo ci facciamo carico delle loro volontà.Na è ovvio,dobbiamo farlo in modo che loro continuino a credere di scegliere,come le coppie che si uniscono credendo entrambi di aver scelto coscientemente.Non che uno dei due sia stato costretto dall'altro,o convinto se si preferisce;di certo entrambi sono stati costretti,in un momento qualunque del loro processo che li ha portati ad unirsi-non trova?-e poi a restare insieme per un certo tempo,o fino alla morte.magari sono stati costretti da un fattore esterno o da qualcuno che non fa più parte della loro vita,li obbliga il passato,l'infelicità,la loro storia,la loro sfortunata biografia.O anche da cause che ignorano e non sanno vedere,quella parte di retaggio personale che tutti possediamo e non conosciamo,chissà quando è iniziato questo processo......"

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