martedì 8 aprile 2008

Antonio Pennacchi - Il Fasciocomunista

Ho divorato in quattro giorni questo libro del 2003 di Antonio Pennacchi,del quale avevo letto un paio di or sono "Una nuvola rossa",storia di un omicidio irrisolto ed irrisolvibile....qui l'autore cambia decisamente genere e presenta un classico romanzo di formazione,il viaggio verso l'età adulta e la maturità di un giovane di Latina nato nel 1950 che di nome fa Accio Benassi...ed Accio dai 10 ai 20 anni ha vissuto proprio tutte le esperienze politiche possibili ed immaginabili:è stato un paio di anni in seminario,ha frequentato i giovani missini,ne è diventato segretario giovanile di Latina,è passato ai Volontari di Michelini,ma poi è stato espulso dal MSI,ha attaccato manifesti anche per la DC,poi pian piano è diventato comunista,passando dall'Unione giovanile fino ad un movimento d'ispirazione marxista/leninista,per poi abbandonare la vita politica,iniziare a drogarsi ed infine redimersi ritornando come ospite in seminario e partendo poi per il servizio militare....il libro non parla solo della vita politica di Accio,ma lo segue anche,se non soprattutto,nella propria crescita personale,nel suo problematico rapporto con la famiglia e con le ragazze:il padre e la madre lo ritengono un disastro,cancellano i suoi sogni di studiare al liceo classico e lo ritengono responsabile di ogni problema che nasce in casa;idolatrano,invece,il fratello più grande,Manrico,e preferiscono a lui anche gli altri 5 figli,un altro maschio e quattro sorelle.....con le ragazze avrà un rapporto difficoltoso fino ai 19 anni,quando una giovane inglese in vacanza lo inizierà ai piaceri del sesso;ma il suo cuore sarà sempre segnato da una storia con una ragazza milanese conosciuta in spiaggia a Latina e che Accio continuerà a frequentare,facendosi in autostop tutto il viaggio Latina-Milano e ritorno,per almeno un anno...ma non riuscirà mai ad averla completamente....ma questo libro,probabilmente,non è neanche soltanto questo....è la storia di un ragazzo che non si guarda mai indietro,che non riesce a vivere senza farsi domande,senza provare emozioni,senza amare,senza odiare,e che rifiuta l'immobilismo,una vita sicura,una crescita normale....a volte commette stupidaggini clamorose,ma ogni stimolo che il suo cervello riceve lo porta ad agire senza farsi domande...lo sciopero organizzato per l'accordo fra Italia e Jugoslavia riguardo la zona B,la manifestazione contro la guerra in Vietnam....tutto ciò che ritiene ingiusto lo fa scattare come una molla,senza preoccuparsi delle conseguenze,di costruirsi un futuro solido,di non avere problemi con la giustizia...questo ragazzo vive il presente come nessun'altro....i viaggi in autostop sono l'emblema di questa sua incapacità di preoccuparsi per quello che verrà:nella sua fuga verso Genova poco più che quattordicenne o nei suoi innumerevoli viaggi a Milano,lo guida l'istinto..lui parte,non sa se arriverà,non sa come farà a nutrirsi,non sa come farà a ripararsi dalle intemperie....ma non perde tempo se un'idea politica,una manifestazione,una storia d'amore lo meritano....e così vive questi 10 anni di passaggio dall'infanzia all'età adulta senza pause,senza aver paura di ciò che lo aspettera,semza aver paura di cambiare radicalmente idea,senza preconcetti verso nessuno....e,nella lettura,l'ho invidiato un po'..se ricordo la mia adolescenza passata a reprimere le emozioni,preoccupandomi di cosa avrei fatto nella vita adulta,a volte rimanendo ore chiuso in camera ad angosciarmi per il futuro,lasciando passare i giorni senza cercare di buttarmi nel mondo,lo ammetto,l'ho invidiato...anche con tutti i suoi problemi,con il rapporto conflittuale con la famiglia,anche in mezzo alle situazioni pericolosissime in cui di volta in volta si va a cacciare un po' ho sentito il rimpianto di non essere stato mai protagonista attivo di qualcosa di concreto....e,come lui ammette nel romanzo,non è importante capire la situazione che sta vivendo:la strage di piazza fontana,l'inizio degli anni di piombo lui ammette di non averli capiti o avvertiti al momento,ma c'era quando alcune delle lotte più importanti per una giustizia sociale migliore erano in atto..io mi accorgo che ancora oggi quando vedo e sento le incredibili ingiustizie che ancora avvengono nel nostro paese ho,invece,una visione precisa di ciò che sta accadendo ai massimi livelli,eppure non riesco a trovare la forza per uscire di casa e gridare tutto il mio disprezzo,non riesco a far scattare quella molla che mi faccia impegnare attivamente...tutta l'adolescenza di Accio,invece,è rivolta proprio a questo:far sentire la sua voce,la sua presenza....ed anche con le donne non sa trovare via di mezzo:quando ama,dà fuoco a tutte le sue energie,non sa aspettare,non si ferma a pensare,ma cerca di conquistare in tutti i modi la sua amata e se ciò significa farsi quasi 1400 km ogni weekend per vederla e poi tornare a casa,con i due soldi che ha in tasca,parte e cerca di arrivare con l'autostop da colei che ama....insomma,un gran personaggio che rimarrà di sicuro stampato nelle menti di chi legge....lo stile narrativo è originale,l'autore non si lascia mai andare a periodi troppo lunghi,ma usa frasi brevi e dirette per la quasi totalità del romanzo,con parecchie trovate divertenti che quando non te lo aspetti ti strappano una sincera risata a bocca aperta....insomma,un romanzo veramente gradevole che passa in rassegna l'Italia degli anni'60 con i suoi giovani che chiedevano se non una rivoluzione,almeno un cambiamento....le bombe,la strategia della terrore,il brigatismo rosso e nero hanno poi bloccato tutto,ma questa è un'altra storia...sono gli anni'70 e qua li vediamo solo di sfuggita con la fine tragica di Manrico,diventato terrorista ed ucciso mentre scappava dalla polizia....bravo Pennacchi....si percepisce nella sua scrittura molta umiltà e poca voglia di sorprendere il lettore con complessi ragionamenti sui massimi sistemi...la sua è soltanto la storia di un ragazzo....ma che lascia il segno..senza ombra di dubbio...

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