giovedì 3 aprile 2008

David Ohle - L'Era di Sinatra

Ho finito di leggere questo libro,L'era di Sinatra, che ha un sottotitolo veramente azzeccato:"un romanzo molto strano"....si tratta del seguito di "Motorman",un romanzo cult in America(mai apparso in Italia)scritto nel 1972 da questo autore che poi non ha pubblicato più nulla fino al 2004,anno in cui appunto ha scritto questo libro...libro che ha una propria identità e che si può leggere anche senza conoscere la storia che lo precede....cosa stavo dicendo?...ah,sì..è un romanzo molto strano,di difficile collocazione in un genere ben preciso,ma se proprio si vuole cercare un paragone,almeno fra gli autori che conosco io,mi viene in mente solo Dick...con la differenza che mentre Dick immagina situazioni futuristiche,Ohle si inventa un genere umano modificato...un genere umano fatto di persone che hanno cuori di pecora,mammelle contenenti sostanze inventate(come il malzio,per fare un esempio),enormi eruzioni cutanee,che fumano pelo e che non sono le uniche creature dotate di ragionamento....ci sono,infatti,i neutri,una razza che non ha le stesse capacità di comprensione dei cosiddetti umani,che imitano le loro azioni,che cercano di comunicare e di essere accettati,ma che vengono bistrattati dalla razza padrona.....a parte queste stramberie,la parte veramente interessante del libro è la struttura della società:il potere è in mano ad una specie di tiranno che cambia in continuazione regole seguendo soltanto il principio dell'equilibrio:dolore e piacere,felicità e tristezza,condanna ed assoluzione,qualsiasi coppia di condizoni opposte, devono essere sempre equilibrate,in assoluta parità.....non importa che una persona sia realmente colpevole di un determinato fatto:se in quel momento la persona colpevole non può essere condannata perchè provvista di una dispensa(il criterio di assegnazione della quale è assolutamente sconosciuto),la persona che le sta accanto o nei paraggi potrà essere giudicata per un crimine che non ha commesso....il crimine infatti non viene visto come un fallimento individuale,ma come un fallimento culturale....un fallimento della società,ragion per cui l'importante è che qualcuno venga punito,non importa l'identità della persona....Moldenke,la madre Agnes,Ophelia Balls sono i principali protagonisti di questo romanzo...personaggi che vivono sulla loro pelle questo caos di leggi e disposizioni e che rimangono inerti di fronte a quello che accade loro senza che nessuna delle loro obiezioni sensate venga mai ascoltata...tutto cambia secondo le disposizioni del presidente Ratt,una specie di tiranno,che sa come parlare alle masse,che a volte ha anche delle intuizioni intelligenti,ma che nella maggior parte delle occasioni rovina le esistenze della sua gente con cervellotiche imposizioni....interessante è anche la questione temporale:ciclicamente,infatti,avviene una Grande Dimenticanza.....tutto viene dimenticato,le persone non ricordano più nulla di ciò che hanno vissuto,uno riazzeramento totale....c'è chi lo trova disarmante,chiedendosi a che cosa serva vivere e fare delle esperienze se poi vengono cancellate,ma c'è anche chi lo trova eccitante,un'occasione di rinascita e di totale liberazione.....insomma,ho provato un po' a descrivere questo romanzo,ma vi assicuro che non è facile..e non è facile neanche dargli un giudizio...è un libro molto scorrevole,l'enorme quantità di parole inventate non toglie fluidità alla scrittura....devo dire che però molte scelte mi sono sembrate astruse anche per un romanzo molto strano come questo....se da una parte si possono trovare rimandi alla società odierna,come la figura del presidente Ratt,molto somigliante a qualcuno di nostra conoscenza che ha origine texane,o come i neutri,razza debole e maltrattata che richiama una qualsiasi delle minoranze bistrattate delle nostre epoche,molti concetti sono di difficile comprensione e ci sono molte trovate dell'autore davanti alle quali il lettore si trova veramente in difficoltà a trovare un'interpretazione....in definitiva,è un libro interessante,ma che mi ha lasciato un po' perplesso e che consiglio soltanto a chi è veramente un appassionato del genere...
-"Condividere la colpa,condividere il castigo-disse Montfaucon-.Il crimine non è un fallimento individuale,bensì culturale.Per tutelare il bene comune è sufficiente che qualcuno venga ritenuto responsabile,e punito di conseguenza."
-"Può darsi,ma per come la vede Ratt,l'innocente deve condividere la sofferenza del colpevole.Così vuole la legge.Colpa collettiva,punizione collettiva."
"Progredire è impossibile,se ciclicamente dimentichiamo tutto e ricominciamo da capo- disse Moldenke-.Tutto ciò che uno guadagna nel ricordare,con la Dimenticanza va perduto.Un passo avanti,due indietro."Ophelia si tolse il Vink e lo spolverò."Che male c'è a dimenticare tutto di tanto in tanto?Personalmente non mi dispiace buttare via periodicamente ogni cosa e ricominciare da zero.Lo scopo originario della memoria è uno solo,riconoscere i vecchi amici e i vecchi nemici.Ma se uno di vecchi amici e di vecchi nemici non ne ha,a che gli serve ricordare?"."E poi le Dimenticanze servono a rimettere in moto una cultura stagnante-disse Hilter-sottoponendola ad una rinascita ed un rinnovamento continui.E' un argomento che il Manifesto di Ratt tratta in maniera diffusa nel capitolo sulla Contraddizione.Si vive una vita sola,ma molte vite,tra una Dimenticanza e l'altra."

Nessun commento: