martedì 10 aprile 2007

Maurizio Maggiani - Il viaggiatore notturno

Eccomi tornato dopo 4 giorni d'assenza..
Consigliatomi da più parti ho passato le vacanze pasquali in compagnia di questo libro di maurizio maggiani,il viaggiatore notturno,che è stato premio strega nel 2005...non è il primo libro di questo autore che affronto;avevo già letto qualche anno fa 'la regina disadorna',libro di un'eleganza non comune che partiva dalla genova d'inizio secolo fino ad arrivare sulle sponde di una sperduta isola del pacifico,raccontando le vicende di un paio di generazioni di un nucleo familiare alquanto singolare.....ero rimasto ammirato dalla perfetta ricostruzione storica e dalla incredibile dettagliatezza dei particolari con la quale l'autore aveva ricreato l'ambiente,i profumi,le dinamiche e le personalità della città genovese nei primi anni del'900,riuscendo a rendere familiare al lettore questo microcosmo,con un uso della lingua nient'affatto semplice(passa da considerazione tecniche al dialetto,da un linguaggio molto forbito a digressioni molto lunghe),ma che suscita sincera ammirazione...partendo da quest'unico termine di paragone,è impossibile fare un confronto con quest'opera,nella quale non riconosco nulla che possa accomunare i due libri,il primo un vero e proprio romanzo con un inizio ed una fine chiari,mentre quello che andrò ad analizzare,invece,è più un'insieme di ricordi,sensazioni e considerazioni mischiati fra loro in un'opera di difficile giudizio........
la trama:un etologo che studia le migrazioni delle rondini si trova sul colle dell' Assekrem,sulle montagne del sahara nel deserto del'Hoggar,il cuore dell'universo....lì lo hanno portato le sue ricerche,che si sviluppano in compagnia della gente del posto,i tagil,di soldati algerini,di un poeta viaggiante di nome dimah tighritz,di una berbera con cui farà del sesso mercenario,di una giornalista francese di nome marguerite,di una misteriosa tamburista in cerca di 'bellezza',ma,soprattutto,del suo accompagnatore nonchè traduttore jibril,fedele guida al quale il protagonista racconterà tutta la sua storia....nelle stesse terre che hanno ospitato il pere foucauld,autore di numerosi scritti e di un parziale dizionario francese-tuareg,l'etologo si trova una sera al tramonto a porre la sua attenzione su un misterioso viandante che continua a camminare e passa la notte a rimembrare e raccontare altri posti,altre vicende,altri incredibili personaggi.....e così finiamo nelle foreste del confine sloveno a fare conoscenza di un'orsa di nome amapola con una minuscola macchia di sangue umano femminile,in un viaggio fra i balcani che ha la sua fine nella bosnia in guerra con un misterioso accompagnatore armeno,zingirian,che svelerà al protagonista la storia di un popolo nascosto,i kubaci,e di una in particolare fra questi,la Perfetta,altra viaggiatrice senza sosta che punta l'ovest e che scopriremo,nel proseguire del racconto,avere importanti connessioni sia col protagonista che con l'orsa amapola;ed,inoltre,veniamo accompagnati nella avventure di un principe polacco errante,in un massacro di giovani innocenti nella città di tuzla in bosnia e conosciamo la storia del padre del protagonista,dinetto,che ripara tutto e costruisce gabbiette che lascia perennemente vuote....che vi lascio il piacere di leggere,come al solito,senza entrare troppo nei particolari...
è difficile trovare un tema unico che sia riconoscibile in tutto il libro e che gli dia una definizione chiara,ma,se realmente esiste,io penso sia il tentativo di comprendere l'essere umano,in tutte le sue sfumature:la sua bontà,la sua crudeltà,la sua pietà davanti al dolore,il suo insensato bisogno di violenza,il suo desiderio di bellezza,la sua perseveranza nel proseguire qualcosa che è stato iniziato,il suo bisogno d'uguaglianza,il suo desiderio di conoscere e sapere...tutti aspetti diversi tra di loro,a volte antitetici,ma che fanno parte dell'umanità e della sua storia,senza la quale qualsiasi comprensione diventa impossibile...il narratore,infatti,ci descrive un popolo buono che applica realmente la democrazia,ma ci porta anche in mezzo alle barbarie della guerra,domostrandoci come questa colpisca senza distinzione e senza pietà anche un numero agghiacciante di giovani;ci fa saltare da un protagonista che desidera conoscere sempre di più i segreti della natura e del mondo alla dignità del silenzio di una processione per lutto,senza preoccuparsi troppo di tenere un filo che tenga legato perfettamente il romanzo...
..scelta originale,quest'ultima,che però lascia qualche dubbio ed una certa qual difficoltà di lettura a chi affronta questo racconto,che alterna momenti di grande realismo come l'esplosione in piazza kapija a tuzla e il conseguente orrore di corpi giovani dilaniati e senza vita,a momenti quasi mistici,come l'incontro con i due bambini sulla collina degli eroi,che avevano lo stesso nome scritti su due lapidi lì accanto..ed allo stesso modo ci descrive con grande realismo il silenzioso dolore di un popolo,ma anche un personaggio misterioso,come la Perfetta,che sopravvive in maniera alquanto bizzarra e incredibile...insomma,questo romanzo lascia un attimo spaesato il lettore e,a caldo,è difficile dargli una valutazione precisa....sicuramente,ha tantissimi contenuti e ottimi personaggi,che rimangono ben impressi al lettore,ha posizioni sempre chiare e un fascino innegabile.....però,e spero di non dire una bestemmia,stilisticamente mi è sembrato un grosso passo indietro rispetto all'altro suo romanzo che avevo letto,'la regina disadorna';le descrizioni sono molto meno precise e l'uso della lingua è più elementare e poco incisivo,non ci trovo tutta quella 'poesia' che molte recensioni lette hanno sottolineato e l'assenza di connessione fra i vari racconti,anche se sicuramente voluta,lo rende un po' dispersivo,soprattutto per un lettore non troppo preparato...
il voto,ora,è un buon 6,5..fra qualche giorno,magari,quando lo avrò "digerito" del tutto potrebbe valere anche un voto di più...o magari,rileggendolo,mi piacerebbe ancor meno...non lo so...in definitiva,è un libro sicuramente interessante e di grandi contenuti,discutibile sul piano strutturale,ma questa critica non toglie nulla al fatto che è sicuramente un buon libro,sicuramente sopra la media,che però dà la sensazione di non essere riuscito ad esprimere tutto il suo(enorme)potenziale..

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